Marco Conti
presenta l’antologia poetica di Joyce Mansour Blu come il deserto


“Amo il profumo d’orchidea nera delle sue poesie”. Così scrive André Breton all’autrice esordiente Joyce Mansour accogliendola nella variegata compagine surrealista nel 1953.
Autrice di 16 raccolte di poesia e varie prose, Joyce Mansour sarà una delle più potenti e originali voci dell’ultimo surrealismo. I suoi temi, in bilico tra Amore e Morte, le fecero dire di essere posseduta dal “desiderio del desiderio senza fine”.
In Italia è stata tradotta per la prima volta sulla rivista “Poesia” da Marco Conti che, oggi, con Blu come il deserto presenta la prima antologia poetica italiana della scrittrice con una introduzione critica e i testi originali a fronte.
A sua volta autore di sillogi poetiche (Stellato chiaro, L’ospitalità dell’aria, Via delle Fabbriche), di vari contributi critico-letterari e docente di Scrittura Creativa presso Upb e altri enti, Marco Conti ha inoltre tradotto interamente la raccolta di Joyce Mansour Le grand jamais che apparirà a breve sulla rivista “La Clessidra”.